Il CRONISTA all’Ultima Parola


Cari amici, in virtù della mia conoscenza di un bravo cronista della trasmissione Ultima Parola di G. Paragone, @alessiolasta, avvenuta in quanto aveva letto un mio articolo su una puntata di quella trasmissione, puntata che riguardava i parlamentari che non sapevano rispondere alle domande di Alessio e altri cronisti su cosa fosse l’art. 18 dello statuto dei lavoratori e da dove dovrebbe partire la Tav e quale percorso deve effettuare, mi è stata offerta la possibilità di partecipare alla trasmissione facendo parte del pubblico di blogger. L’ho acchiappata al volo e sono anche riuscito ad intervenire per quel poco che mi è stato lasciato il microfono.
Potete vedere la puntata intera qui oppure andare direttamente al 49° minuto per vedere il mio intervento.
Vi ringrazio dell’attenzione.
IL CRONISTA

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Grazie per aver votato!

7 Risposte a “Il CRONISTA all’Ultima Parola”

  1. Le divergenze tattiche non possono incrinare un’amicizia. Ho appena visto il tuo intervento: condivido in pieno quel che hai detto (e anche il modo… 🙂

  2. Visto in diretta, ottimo intervento coerente con la direttrice politica di questo blog (pardon… di questa testata giornalistica).

    Ti hanno invitato anche per le prossime puntate o è stato uno spot “una tantum”?

  3. Gert, vero che sembro un politico vero? Ma non di quelli che non ho votato, ma di quelli seri 😉 Penso che sia stata un’unica apparizione, dovrei darmi da fare, ma non sono il tipo, anche perchè altrimenti sarei come gli altri 😉

  4. La prossima intervista chiedi questo:
    I danni da calamità naturale non saranno più pagati dallo Stato ma occorrerà munirsi di polizza privata. Le assicurazioni saranno in grado di coprire tanti danni?
    A parte questa domanda tecnica ne sorge una etica:
    Ciò vuol dire che lo Stato non vuole più fare lo Stato?
    Perché dovremmo pagare l’Imu e le tasse se lo Stato non si ritiene responsabile dei danni derivanti dalle calamità naturali, che dovrebbe prevenire, e delega i suoi compiti alle assicurazioni private?
    Tale logica fa porre la domanda su cosa sia lo Stato e a cosa serva lo Stato. Non dobbiamo però entrare in tale ordine di idee, porci tale domanda, perché faremmo il gioco di certi governi che, dopo aver distrutto lo stato sociale, col loro comportamento, rischiano di mettere in forse il significato stesso di Stato, favorendo lobbies varie: sanità privata, istruzione privata, assicurazioni, banche – anche loro stipulano assicurazioni – private, pensioni private; derogando, l’impressione mi viene, ai loro compiti pubblici istituzionali per delegare ai privati; di fatto favorendo i privati. In questo modo il cittadino si ritrova a pagare due volte gli stessi servizi: uno con le tasse per il servizio pubblico, l’altro con le assicurazioni per il servizio privato, dato che quello pubblico viene messo in discussione.
    Occorre decidere: dobbiamo pagare per il pubblico o per il privato? Dobbiamo pagare le tasse e i versamenti contributivi o le assicurazioni private? Ce lo facciano sapere, perché non mi sembra equo pagare due volte per lo stesso servizio. Tanto più che i nostri stipendi sono fermi a venti anni fa.
    Io sono per lo Stato, per la statalizzazione di tutto ciò che sia bene primario, assicurazioni, banche, pensioni, sanità, istruzione, contro i favori ai privati.
    Penso che lo Stato debba fare lo Stato.
    Viva lo Stato! Viva lo stato sociale.

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