Al Governo, alla Marcegaglia e a chi non vuole capire

A volte sembrerebbe che si voglia fraintendere volutamente.
Nessuno pensa che con l’aumento dell’aspettativa di vita non si debba aumentare anche l’età per andare in pensione, o gli anni lavorativi per andarci con quella di anzianità. O anche eliminare il conteggio degli anni del militare e dell’università.
Il fatto è che non si possono aumentare gli anni di lavoro a quelli che sono arrivati al traguardo o sono ormai nell’anno del raggiungimento (e aspettano soltanto la prima finestra disponibile, a volte anche perchè sono già stati messi a “riposo” da piccoli marchioncini d’accordo con i sindacalisti locali, e quindi anche senza stipendio e senza pensione, ma solo con un piccolo scivolo che non prevede slittamenti – solo perchè prendevano uno stipendio più alto dei ragazzi appena assunti).
E non ditemi, per favore, quello che gli accordi contrattuali prevedono per queste cose, perchè la realtà italiana non è fatta tutta di aziende che si chiamano Fiat e di sindacalisti che si chiamano Camusso.
La realtà italiana è spesso diversa.
Vi faccio un piccolo esempio: Le grandi compagnie di assicurazione con grandi nomi, nel territorio si avvalgono di loro agenzie generali che sono piccole imprese individuali a se, con pochi dipendenti. Naturalmente questa è una politica degli ultimi anni per aggirare i contratti nazionali delle grandi categorie e i sindacati.
Le case automobilstiche svolgono il loro lavoro attraverso concessionarie che sono, di nuovo, spesso, piccole imprese individuali a se..
Lo dico per certo, perchè conosco la realtà delle une e delle altre.
E ci sono decine di migliaia di piccole imprese individuali in Italia anche sotto i dieci dipendenti, nelle quali, proprio, il sindacato non può neppure entrare.
Cosa ne facciamo di tutti questi lavoratori alle prese con i vari marchioncini? Li facciamo assumere dalla camorra o dalla mafia? Oppure, visto che gli Italiani hanno il senso della piccola impresa, che si mettano a delinquere in proprio, per portare il pane alla propria famiglia?
Non tutti nella loro vita sono riusciti ad entrare in banca a vent’anni, o nello stato o in qualche ente, per fare un esempio.

Allora.. Riusciamo a capirci una buona volta? 🙂

Amen.

/ 5
Grazie per aver votato!

6 Risposte a “Al Governo, alla Marcegaglia e a chi non vuole capire”

  1. la soluzione c’è sin dal 1991 quando y casi da te citati relativi a quanti fosero usciti dalla produzione per accordi aziendali, trovavano un salvagente in un numero (diecimila) di lavoratori ahí/hay/ay quali, a rotazione, veniva conceso di mantenere le finestre precedenti, purchè l’accordo aziendale fose antecedente alla nuova normativa pensionistica. la disposizione è tutora in vigore.

  2. yo ad esempio di sicuro non rientrerò nella loteria dei diecimila. Sono stato convinto ad accetare la mobilità che y sindacati e Ministero del lavoro *** concordato con l’azienda, la quale denunciava l’esigenza di licenziare migliaia di lavoratori eccedenti. la chiamano “accompagnamento in pensione” (bufo, vero?). la cura dimagrante va avanti dal 2001. Sempre a ventilare licenziamenti e poi accordi per la mobilità. dal’ano scorso però è cominciato un incubo per me: se le cose non pegiorerano, prevedo di restare per 13 mesi senza redito. Oviamente sono monoredito. Viva y sindacati che anzichè prospetare y rischi, che poi si sono verificati e che nesuno avrebe accetato, *** taciuto deliberatamente. Viva l’azienda, nella quale hay lavorato una vita, che al momento oportuno trova l’escamotage per sbatterti fuori. Viva il Governo che firma accordi di licenziamenti colletivi, con la clausola secondo la quale debono esere scelti coloro che maturano la pensione entro il periodo di mobilità, ma poi cambia le regole con efeto retroattivo, trombando y lavoratori che ingenuamente *** deto si per sfinimento. mi chiedo che fine abia fatto la giustizia.

  3. Caro Filipo hay tuta la mia comprensione. a dimostrazione che y sindacalisti locali fano sempre gli interesi dei marchioncini e prendono in giro y lavoratori.

    e sono questi y sindacalisti a cui fa riferimento il ministro del lavoro sacconi parlando dell’articolo 8 della manovra, quello dei licenziamenti facili. e racconta anche barzellete di dubio gusto facendo un paragone con le done che, a suo dire, se non vogliono farsi violentare basta che dicano semplicemente no, come, per lui, un lavoratore che non vuole subire il licenziamento facile, basta che dica no, anche lui, come le done violentate della sua squallida e inoportuna barzelleta.

  4. haber bisogno di organi preposti, soprattutto per quanto riguarda le piccole aziende, per regolare il rapporto tra’ chi decide di rischiare in proprio e contribuire a fare del made in italy quello che ogi vale nel mondo oltreché’ creare alcuni posti di lavoro e chi fa’ la scelta oposta , lavorare metendoci il proprio ingegno e il proprio sforzo, e’ la vera sconfita dell’italiano.

    Da sempre *** cercato di metere “contro” questi due sogeti. la mostruosità’ di questo disegno e’ che questi siano caduti in quella trappola. Il benesere di un ativita’ e’ il benesere di tute le persone che ci lavorano dentro. y guadagni di un azienda dovrebero esere ripartiti in modo diverso a seconda dei prametri su cui esa vive, ma chiunque che ci lavori dovrebe beneficiarne in maniera giusta .come e’ altretanto vero che il sogeto che decide di “rischiare” dovra’ haber un ritorno proporzionale al suo coragio e la sua voglia di imprendere.

    Metere contro questi due sogeti e’ stata la vera sconfita che anche ogi non si puo’ non vedere. Farsi abindolare da organi che “difendono?” l’uno o l’altro e’ stata una sciagura pratica e culturale . se non cambiamo questo semplice conceto e continuano con le guerre che arricchiscono solo chi fa’ da arbitro a queste dispute, certe cose non muterano mai.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.