DI NUOVO LADRI DI BICICLETTE

Il Cronista Mannaro
Il Cronista Mannaro

DI NUOVO LADRI DI BICICLETTE

Mio post del 30/11/2011 che vale la pena ripubblicare

Ladri di biciclette è il titolo di un bel film neorealista di De Sica.
E’ la storia di un Italia del dopoguerra e di una società povera che riduce i propri cittadini a doversi mortificare anche con piccoli furti per poter portare da mangiare ai propri figli.
Il ritorno a una società di questo tipo è quella che paventa questo blog da tempo, per l’esattezza dal 2008, anno in cui ci sono stati i primi segnali forti della crisi.
Nel frattempo le cose non sono migliorate, anzi sono peggiorate moltissimo.
Adesso siamo alla resa dei conti, e la società del primo dopoguerra è alle porte; nonostante, ci dicano, il nostro Paese sia la terza economia europea e la settima economia mondiale.
Sono ignorante, non capisco.
Tant’è che i padroni tornano a essere i padroni dell’Ottocento e se gli stai sul cazzo ti licenziano senza se e senza ma (si, ma con l’accordo dei sindacati locali, dicono.. , quegli stessi sindacati che in non poche occasioni ti hanno venduto per un piatto di lenticchie), anche se non sei dipendente di una piccola ditta per le quali i dipendenti sono stati sempre dei precari senza nessuna protezione.
I Marchionne disdicono unilateralmente i contratti nazionali (bello… ma allora che accordi erano? Tra chi?); i governi macellai, con la complicità dei politici tutti, o quasi, e dei sindacati progettano di licenziare più facilmente e di farti stare senza lavoro per più anni perchè nel frattempo sì è allungata la durata della vita.
Così, a loro parere, risanano l’Italia.
Non ci vuole un genio per capire che sono tutti dei buffoni che vanno lì solo per riempirsi ulteriormente le loro tasche e quelle dei loro amici.
Perchè è matematico, questa soluzione che va bene per loro, porta i cittadini a doversi mortificare, per forza di cose, anche riprendendo ad essere ladri di biciclette, se non ladri in più grande stile, truffatori, etc.
Due più due fa sempre quattro, a casa mia.

Gaetano Rizza



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