E’ provato, il Pd utilizza i troll nei social-network

troll

(Definizione di troll)

Quando un cittadino interagisce con altri utenti in un social-network in genere lo fa cercando di essere costruttivo e di non disturbare le discussioni di altri. Su Internet esiste da sempre però il fenomeno dei cosiddetti “troll”, che sono account creati apposta per disturbare le discussioni facendole degenerare. Questo è un fenomeno della società, ormai anche internettiana e avviene soprattutto nei social in cui si parla di politica. I troll bravi, si fa per dire, sono quelli che riescono a mandarti in bestia potendo poi indicarti agli altri della comunità come personaggio inaffidabile, che non sa discutere civilmente, etc. Molti si comportano così perché non hanno altri passatempi e non riescono a interessarsi a qualcosa di utile nella vita, altri lo fanno per screditare la parte politica che avversano.

Già di per sé il fenomeno è sconsolante, ma lo è ancora di più se si pensa che c’è gente che fa questo “lavoro” a pagamento, ovvero commissionata da un partito politico e pagata a cottimo. Per il Partito Democratico questa tecnica barbara e squallida è la normalità. Ultimamente sono venute fuori delle prove inconfutabili di questo comportamento, e con l’avvento del Movimento 5 Stelle il fenomeno si è moltiplicato, anche se era già molto presente nei confronti del Pdl. Infatti difficilmente un cittadino che supporta il Movimento, in Rete, non s’imbatte in qualche troll pagato a cottimo dal Pd.

Mi direte “Vabbè! Puoi dire quello che vuoi, ma alla fine come si fa a crederti?”. Ebbene so di non dire niente di nuovo per gli internauti scafati, ma per gli altri ecco le prove, il racconto di un pentito nel quale si parla addirittura di un’organizzazione trasversale contro il M5S, e un video di alcuni giovani che mentre svolgono la loro “attività” la descrivono come qualcosa di plausibile in quanto svolta da attivisti del partito (magari però se si presentassero nelle discussioni come “gente del mestiere” invece che come persone in perfetta buona fede sarebbero, come dire… un po’ più plausibili?). Per contro e a difesa dei troll c’è invece questo post del cui autore abbiamo letto qualche post (compreso quello che ho appena indicato) assolutamente anti “grillino”, ma questo non sarebbe un problema, e abbiamo anche dato un’occhiata alle frequentazioni e ai relativi dialoghi con un gruppetto su Twitter. Direi che non c’è bisogno di aggiungere altro.

Questo è quanto.

Quindi sappiate che quando in un social-network incontrate un troll probabilmente è un piddino, e quando il social è di carattere politico lo è senz’altro. Poi basta vedere come i politici del Pd si comportano addirittura tra di loro, un bell’esempio ce lo ha dato il premier in carica Renzi (che pare volontà del Pd di proclamarlo Santo subito in via Nazareno, senza naturalmente consultare gli Italiani, né il Papa stesso, naturalmente col consenso di Napolitano) col suo “Enrico stai sereno” mentre lo stava sodomizzando, a sua insaputa.

(Piccolo manuale per riconoscere i troll)

IL CRONISTA

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