Il vizio di scrivere, come il vizio del fumo

Autore libro "IL CRONISTA"
Ho iniziato prestissimo a fumare. Ero ancora un ragazzino. Qualche sigaretta comprata sfusa e avvolta nella carta delle schedine della Sisal. Prima con gli amici, poi rischiando anche in casa, nel bagno. In genere erano nazionali esportazione o nazionali semplici.
Ricordo anche quando da bambino andavo a comprare le sigarette per mio padre, le Aurora, che avevao un profumo particolarmente piacevole che mi piaceva odorare per strada.
Mi ricordo l’occasione di quando poi ho iniziato a fumare ufficialmente e regolarmente: avevo tra i quindici e i sedici anni e dovevo fare un lungo viaggio in treno, da solo, per motivi familiari.
Alcuni amici per l’occasione mi avevano regalato dei pacchetti di sigarette: Astor, Peter Stuyvesant, Muratti Ambassador, etc…
In treno iniziai a fumare in modo compulsivo, tantissimo. E da allora non smisi mai più di fumare, sempre compulsivamente, senza trattenermi mai.
Quello che ho appena scritto fa parte della mia vita e non vuole assolutamente essere un’apologia del fumo, tutt’altro. Sia per gli effetti che il fumo provoca alla salute, sia per gli effetti che provoca alle tasche.
Ebbene, nel tempo, mi è venuto anche un altro vizio compulsivo, quello di scrivere.
A scuola non sono mai stato un secchione, anzi… subito dopo il primo periodo di ambientazione e di timore alle elementari, nel quale ero educatissimo e timidissimo, in seguito fu più il tempo in cui ero mandato fuori dalla classe, che quello in cui stavo in classe.. Poi dalle medie migliorai la mia condotta, ma non la resa nelle materie…
Le uniche materie in cui andavo abbastanza bene erano l’italiano e il francese, per il resto, a cominciare dal latino per finire con la matematica, erano voti algebrici.
Ma il latino mi servì comunque per migliorare la comprensione della costruzione dei periodi grammaticali.
Quindi non ho mai smesso di scrivere qualcosa, e da giovincello iniziai a scrivere, per hobby, piece teatrali, per poi arrivare ai testi di canzoni, ai reportage, di cui nella mia pagina di presentazione di questo sito, chi vuole, si può abbeverare alla fonte…
Qualcuno a questo punto penserà: “… Chissà quanti diritti d’autore gli arriveranno a questo qua!”. Risposta:”in effetti qualche diritto d’autore mi arriva regolarmente, ma sull’ordine di millesimi di euro”.
Con l’era di internet il vizio di scrivere si è fatto man mano, come dicevo, compulsivo.
Tanto che, in questo periodo di malcontento popolare, mi sfogo quotidianamente o quasi, saltando anche il riposo delle festività comandate, soppresse o no.
Mah!… E’ mai possibile che io non riesca a fare qualcosa in modo non compulsivo?
IL CRONISTA

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2 Risposte a “Il vizio di scrivere, come il vizio del fumo”

  1. Scrivere fa bene. Consente di manifestare le proprie ide e nel contempo di chiarirsele. Fumare . forse fa meno bene. Mai fumato sigarete (sì, forse quattro cinque per provare .) ma fumo la pipa. Quando sono da solo per non disturbare altri, dopo cena . un piacere cui proprio non rinuncio. e questi giorni di nevicate sono ideali . 🙂

  2. dimenticavo. fumo anche y sigari toscani, dopo pranzo e dopo cena. quelli vado a fumarli in giardino, con qualsiasi tempo, col caldo o col gelo.

    Ma non fate come me, il fumo fa male. Sto cercando di dimezare la quantità di sigarete, ormai o una certa età.

    Scrivere fa bene, non solo per manifestare le proprie ide e per chiarirsele a se stesi, ma anche per esternare, come in questo mio post, alcune cose della vita quotidiana che fano parte della storia di ognuno.

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