Rivoluzioni spontanee e rivoluzioni indotte


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Negli ultimi anni, con la crisi economica, abbiamo assistito a come i governanti italiani , in vista del probabile crack, siano stati più propensi a salvaguardare i propri privilegi, le proprie prebende, le loro possibilità di continuare a fare vita da nababbi alle spalle dei cittadini abituati da sempre, questi ultimi, per la maggior parte a condurre una vita semplicemente onesta. Per questo la società italiana ha mostrato, e continua a farlo sempre di più, di non essere più disponibile a simile andazzo che vuole premiare chi finora ci ha amministrato sconsideratamente portandoci alla situazione di debito attuale.
La mancanza di disponibilità si è fatta molto evidente con la nascita spontanea di un movimento politico che vuole rimanere al di fuori dei meccanismi della partitocrazia complice, serva e kapò della Casta che ci ha ridotto così, e Casta, dunque, anch’essa.
E’ quello che si può chiamare Rivoluzione spontanea che, peraltro, sta infiammando le coscienze dei cittadini portando questo Movimento a successi insperati fino a non molto tempo fa.
Bene.
Detto ciò, e in conseguenza di ciò, considerato che il successo del Movimento è direttamente proporzionale all’insuccesso della partitocrazia attuale, quest’ultima sta cercando di reagire a questa scossa.
Da questo nascono le rivoluzioni interne a partitocrazia.
Naturalmente queste, però, sono indotte. Quindi non spontanee, quindi opportunistiche.
Assistiamo allo sfaldamento di partiti come il Pdl che ogni giorno annuncia una rivoluzione diversa mettendo in campo nuovi e vecchi personaggi che di volta in volta si presentano come novelli, vergini, Che Guevara.
Ma questi rivoluzionari dal portafoglio gonfio a me fanno semplicemente ridere.
Perché è gente che, al contrario di quello che vuole fare intendere, pensa sempre e solamente di introdursi o di continuare nel vecchio sistema partitocratico, con tutti i privilegi e le possibilità di ruberie che questo gli dà, anche se in questo momento stanno gettandoci un po’ di polvere negli occhi per tenerci buoni.
Sta a noi capire quale rivoluzione culturale sia la più genuina.
Gli elementi per le considerazioni non mancano, qualcuno lo abbiamo accennato qui, adesso.
Sta a noi scegliere di dare più forza ai cittadini o fare riprendere fiato e vigore alla partitocrazia.

IL CRONISTA
Rivoluzioni spontanee e rivoluzioni e indotte

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2 Risposte a “Rivoluzioni spontanee e rivoluzioni indotte”

  1. CIAO. NON SAI COME ANDREI SUBITO,A ROMA E LI PRENDEREI A CALCI NEL SEDERE.PER PRIMA QUESTO GOVERNO,NN LI HO VOTATI,E STANNO USURPANDO I POSTI DOVE SONO SEDUTI,POI IL RESTO DELLA CIURMA,CHE HA PERMESSO SIANO LI.aNCHE IL CAPO DELLO STATO

  2. Il resto della ciurma è ben contenta che questi cretini siano lì a fare il lavoro sporco che avrebbero voluto fare loro ma non avevano le palle per farlo, non tanto per la reazione del popolo, tanto per la reazione delle opposizioni, che al governo ci sia stato uno schieramento o l’altro. Ma il popolo gli sta, gli stiamo, togliendo il terreno da sotto i piedi, e forse ormai se ne stanno rendendo conto. Spero che sia troppo tardi, per loro.

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