Troppa disinvoltura col corpo di Padre Pio

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Mi dispiace, perché papa Francesco mi è simpatico e lo trovo più adatto a fare il parroco di una piccola parrocchia, tra la gente, piuttosto che il capo del Vaticano. Mi dispiace che Francesco abbia voluto il corpo mummificato di padre Pio a Roma in occasione del suo Giubileo. Mi dispiace perché so per certo che io non vorrei che il mio corpo, da morto, fosse sballonzolato da una parte e dall’altra, dentro un’urna, per essere mostrato in modo blasfemo a curiosi, giornalisti, reporter d’assalto che ti fanno le interviste ai miracolati, col gomito della mano che regge il microfono, appoggiato sull’urna di vetro che contiene il corpo, quasi sulla faccia.
Pensavo che queste cose appartenessero alle generazioni di centinaia, se non addirittura di migliaia di anni fa, e non alle nostre generazioni. Queste cose appartengono ai barbari, ai popoli pagani. Ma noi siamo un popolo pagano.
Ma tranquillizzatevi, posso affermare con una certa sicurezza che il mio corpo non subirà questi viaggi, queste mani sull’urna, questi sballonzolamenti. Fatti due conti veloci posso affermare che non sarò mai un santo e il mio corpo sarà dimenticato in qualche angolo di un anonimo cimitero. Ed è quello che voglio.
Lasciate in pace i resti di padre Pio.
Ritrovate il senso delle cose che si possono fare e quelle che non si possono fare. Non tutto può essere sempre giustificato. Questa è la barbarie.

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