Ultima Parola: l’art. 18 è come il sarchiapone?


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Vi giuro che non è una balla!
Ieri sera nella trasmissimone di Paragone, L’ULTIMA PAROLA, il conduttore ha mandato in onda un servizio nel quale un cronista chiedeva ai parlamentari che entravano e uscivano dal parlamento, cosa fosse l’articolo diciotto di cui si parla tanto ultimamente e che il governo in carica vuole così fortemente abolire.
Non ci crederete, come non credevo io ai miei occhi. Dei dieci quindici a cui è stata posta la domanda, solo un paio hanno saputo rispondere con una qualche cognizione. I rimanenti mi hanno fatto venire in mente un famosissimo sketc del bravo Walter Chiari coadiuvato dall’altro bravo attore Carlo Campanini che gli faceva da spalla.
Lo sketc a cui mi riferisco è quello del Sarchiapone: un animale immaginario, quindi non esistente nella realtà, che Walter Chiari voleva far credere di conoscere all’interlocutore che gli aveva proposto l’argomento. Naturalmente il tutto era farcito da scenette esilaranti provocate dalla espressiva mimica del bravo attore.
Nella realtà i parlamentari non sono stati neppure così comici come il grande Walter, ma solo tremendamente penosi, se pensiamo a come il popolo li remunera per votare alla camera leggi e provvedimenti, che, è dimostrato, spesso non hanno neppure la minima idea di cosa rappresentino.
A questo punto la cosa migliore sarebbe che i parlamentari prima di votare qualsiasi cosa passassero almeno un piccolo esame di ammissione al voto per il tema che si accingono a votare.
Mi sa che però ci vorrebbero le telecamere che li riprendessero per poi farci un programma tipo “mai dire grande fratello”, visto che le risposte, da quanto si è visto, sarebbero più o meno quelle che danno i partecipanti del Grande Fratello.
Ma parliamo di cose serie, invece di parlare dei politici di casa nostra: vi ricordo che domenica sera e lunedì va in onda una fiction su Walter chiari sulla Rai. Io non me la perderò.
IL CRONISTA

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Grazie per aver votato!

2 Risposte a “Ultima Parola: l’art. 18 è come il sarchiapone?”

  1. Purtroppo la rappresentanza politica è generale, il che vuol dire che, se fossi eletto, dovrei votare, ad esempio, anche di sanità (che è quanto di più lontano dalla mia formazione giuridica e umanistica). 🙂

  2. Massimo, non si pretende di essere laureati sulla materia oggetto del voto, ma si pretende almeno la normale conoscenza delle cose del mondo che si acquisisce anche solo con la semplice frequentazione della scuola dell’obbligo 🙂

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