Una cosa è l’immigrazione, altra è la delinquenza

Il Cronista Mannaro
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Una cosa è l’immigrazione, altra è la delinquenza

la cialtroneria di politici e giornalisti è nota, ma a questa è andata ad aggiungersi quella dei twittaroli che pur di dire la loro, peraltro in un ambito che non li tirerà mai fuori dal loro piccolo mondo, sparano qualunque cazzata pur di dare addosso a qualsiasi – anche se minima – razionalità.

Assistiamo a geni, di giornalisti e twittaroli, affermare che un incidente come quello del rom che ha falciato nove persone scappando a tutta velocità dalla polizia in pieno centro abitato, uccidendo anche una giovane mamma è la stessa cosa di uno degli incidenti che avvengono quotidianamente nei centri cittadini. Quindi, secondo questi geni, se si vogliono togliere le case ai rom si devono togliere le case anche agli altri cittadini perché la legge deve essere uguale per tutti.
Inutile farli ragionare, perché non vogliono ragionare!

Quando magari provi a fare capire loro che un incidente stradale casuale purtroppo capita e un incidente CRIMINALE invece NON DEVE CAPITARE, non c’è verso. Quando, altresì, provi a far capire loro che certe case di certa gente non sono case, ma baracche senza cesso e che molti di questi vivono al di fuori di ogni controllo legale, ma spesso al di dentro di pura criminalità perché questa è la loro cultura, non c’è – neppure per questa cosa – modo di fargliela capire.

Io sono il primo ad aver votato contro il reato di clandestinità, che già prevede sanzioni amministrative, per gli immigrati perché capisco da quali situazioni arrivano, e se posso li aiuto quando vedo che si danno da fare con piccole ditte, diventando magari loro cliente. Altra cosa è ospitare nelle città in baracche anche senza cesso gente che vuole vivere così per cultura. Gente che beve, non rispetta le leggi e vivono di un’economia a dir poco oscura.

Ma i geni della politica, del giornalismo, di Twitter, ti rispondono: “Ma guardate gli italiani cosa fanno, e i loro governanti!”. E allora che gli rispondi? Sbattiamo in galera e radiamo le case a zero anche a quelli di Mafia Capitale, della Mafia, della Camorra, dei piccoli delinquenti? Risposta: “Sì!”. Perché quelli sono peggio che zingari, e le loro case, seppur lussuose, sono peggio delle baracche senza cessi.

P.S.
Non so se questo discorso è grillino, salviniano, o di chi più ne ha più ne metta. Ma non m’interessa essere etichettato come questo o quello, mi interessa sempre e solo essere me stesso. SEMPRE.

Gaetano Rizza (Autore del libro NATO NEGLI ANNI CINQUANTA)



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Il libro parla di una vita vissuta tra vicende e vicissitudini dagli anni Cinquanta ad oggi. Inoltre parla dell’incontro dell’Autore con Roberto Vecchioni, dell’incontro con Dori Ghezzi per il patrocinio della Fondazione De André su alcuni concerti tributo organizzati e interpretati dal protagonista del libro, dei concerti stessi, di viaggi in moto in solitaria, di emozioni a 360°.

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