Viva la Rai dei baroni e l’abbonamento!

Con urlo finale dalla colonna sonora del film “Il buono, il brutto, il cattivo” di Ennio Morricone

Vi ricordo che oggi è l’ultimo giorno utile per pagare l’abbonamento alla Rai, che ho saputo solo ieri sera da Vespa non essere più un abbonamento alla Rai, bensì un’imposta sul possesso di un apparecchio televisivo.
Ovvero, chiunque possegga un apparecchio televisivo deve pagare l’imposta, ma i soldi se li prende solo lei, la Rai… Mah! Qualcosa non mi quadra.
Mica scema la Rai! Mi sembra una delle solite torte italiane. O no?
In ogni caso, il buon Vespa, zelante come non mai, ieri sera ha approntato una trasmissione tutta dedicata a ricordare al suo pubblico che oggi è l’ultimo giorno per pagare – l’abbonamento? L’imposta? La tassa? – comunque quello che è e come lo si voglia chiamare.
Per l’occasione invitati a rappresentare la Rai c’erano tutti – i mamma santissima? I pezzi da novanta? La sacra corona unita? – gli dei del piccolo schermo: la Milly Carlucci, l’Antonella Clerici, la Mara Venier, Magalli, Giletti, Piero Angela e altri assurti da poco o meno all’olimpo dell’ultimo baronato disponibile, quello televisivo.
La Carlucci, un po’ come la madonna; la Clerici un po’ come una miracolata, la Venier un po’ come l’ex amante di Arbore, Magalli un po’ come un ex vigile che ha avuto culo, Giletti un po’ come un maniaco sessuale in astinenza, Piero Angela un po’ come l’unto del signore che divide, da buon padre biblico, il suo baronato col figliolo… Insomma tutti a sperticarsi nel dare spiegazioni al pubblico che li guarda sul perchè è cosa buona e giusta pagare il canone.
“io, solo con le entrate della pubblicità del mio programma pago non solo le spese del mio, ma anche le spese di altri programmi!” dice una.
“Noi della Rai facciamo anche programmi culturali” dice l’altra.
“La Rai ha anche i programmi regionali” dice quell’altro ancora.
“I nostri programmi sono di qualità, non come quelli della concorrenza”… E così via.
La verità è che i nostri soldi, alla fine, vanno nelle loro sporche tasche di mmerd* per permettergli di fare una vita da nababbi, inconsapevoli come sono di cosa vuol dire veramente guadagnarsi il pane.
Dico la verità, a me è sembrato uno spettacolo autoincensatore di cattivo gusto.
Ma perchè non gli diamo uno stipendio come quelli che prendiamo noi, che è già tanto, visto che fanno un lavoro più piacevole di quello che svolgo io, e se non gli sta bene un calcio in culo e che se ne vadano a lavorare per davvero?
E mentre ci sono perchè non se ne andassero direttamente affanc*** (urlo di Morricone nel Buono, il Brutto, il cattivo)?
(Da ascoltare e vedere nel video)
IL CRONISTA

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2 Risposte a “Viva la Rai dei baroni e l’abbonamento!”

  1. Bella idea nel finale 🙂

    se *** programi che, con la sola publicità, ne mantengono altri, allora perchè dobiamo continuare a pagare il canone ? e poi anche legere che la Rai è persino in pasivo e chiede soldi al Tesoro (cioè a noi) ? e com’è che “la concorrenza” come Mediaset paga buoni dividendi (tra le 20 migliori – nona ! – secondo il Sole di qualche giorno fa) con molti meno giornalisti e dipendenti ?

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