Sull’#antifascismo e sullo #stuPDsmo

Sull’#antifascismo e sullo stuPDsmo *

Da bambino per dei periodi mio padre mi portava in Sicilia per le sue attività. A volte lì mi fermavano dei bulletti del luogo – perché ero un ragazzino esile (non tracagnotto come loro) e parlavo italiano, al contrario di loro che parlavano solo in siciliano stretto – mi intimavano: “Ciamami papà!”, che evidentemente per loro era una grande soddisfazione che io mi sottomettessi a questa richiesta che sottintendeva: io mi sono scopato tua madre, tua madre è una poco di buono, e da questa scopata sei nato tu, quindi devi dire quello che voglio io.
La stessa cosa è quello che fanno i bulletti #stuPDsti oggi quando pretendono che gli si dica: “Sono #antifascista”. Perché loro da quando  il #fascismo – da idea politica assecondata e seguita da moltissimi – era passato ad essere nefasto e brutale ed è stato sconfitto dall’umanità e dalla storia, senza questa bambinata scema non avrebbero motivo di esistere ancora. Per questo lo evocano ancora dopo ottant’anni, questo fascismo, e lo usano come un vecchio e logoro distintivo ormai fuori corso come una vecchia moneta di vecchio conio. Per fingere di servire a qualcosa. Questi ormai li riconosciamo come “stuPDsti”. E se qualcuno mi impone di dichiararmi #antifascista gli rispondo: “No, sono #anti_stu_PD_sta, vai a cercarti un lavoro più serio, invece di rompere le balle alla brava gente.

(* – stuPDsmo: © Copyright Gaetano Rizza – 27/04/2024 ore 00:18)

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