Il Papa non veste più Prada

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(L’articolo si può ascoltare su YouTube).
Io il giorno del funerale di Giovanni Paolo secondo ero a Roma, in piazza San Pietro, in mezzo a tantissima altra gente a testimoniare il mio strano rapporto con la religione e con Dio. Disillusione per avermi fatto vivere una vita potendo contare solo sugli spiccioli che avevo in tasca, ammirazione per alcune grandi figure della nostra religione, ma non solo della nostra. Ammirazione per l’uomo Giovanni Paolo secondo e per il suo sacrificio degli ultimi anni. Ritrosia sempre più forte col passare degli anni a credere che Gesù Cristo sia figlio di Dio più di quanto lo sia io. Difficoltà a credere nel dio dei cristiani, come in quello ebraico o in quello dell’Islam, o se ci credo, credo a tutti. Propensione sempre più accentuata a credere che l’Essere perfettissimo in cui si vuole credere sia sbagliato considerarlo così come lo consideriamo, dovremmo forse chiamarlo Principio Fisico Universale. Quello che ci fa nascere, morire, tribolare, tutto a caso e senza un perchè, il tutto forse solo spiegabile, nella fisicità dell’universo; che governa la vita e la morte per un mero, appunto, principio fisico. Se così non fosse sarebbe un dio macellaio che taglia carne e osso, che fa morire creature innocenti e premia esseri abominevoli più bestie che uomini.
Credo che gli animali siano i veri angeli della Terra, nel senso di guardiani, e me ne rendo conto anche quando mi accorgo che il mio gatto mi stava guardando da uno dei suoi angoli preferiti – sempre nuovi – in silenzio, trasmettendomi il suo affetto e la sua tranquillità; quando vedo gli occhioni buoni di un cavallo incrociare i miei con titubanza, con tutta la purezza che lui ha e che io ho perso per strada.
Ecco, a modo mio sono reLigioso, ma solo così.

Pochi giorni fa è stato eletto il nuovo Papa. Il nome che ha scelto è stato un capolavoro: Francesco. Per prima cosa ci ha detto “Buonasera”, e poi l’abbiamo visto già dall’indomani per le strade di Roma senza papamobile, senza addobbi, senza le scarpette rosse marca Prada dei suoi predecessori. Un paio di scarpe normali di cuoio nero come quelle che porto io, anche un po’ scarcagnate, forse. Con l’andatura di un normale pensionato con qualche acciacco dell’età. Non lo abbiamo visto in pose da immagini sacre, da santini da tenere nel portafogli. Ha parlato come un essere normale, quale è.
Ho voluto leggere in queste prime mosse di Francesco qualcosa di simile al mio modo di vedere le cose.

Che sia il segno dei tempi che stanno cambiando?
Un esempio certamente lo è.
Speriamo che chi deve recepire, recepisca.

Buona parte della popolazione è pronta.

IL CRONISTA
Il Papa non veste più Prada

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