Come disegnerei la musica di Paolo Conte

Se fossi bravo a disegnare vorrei raffigurare Paolo Conte nell’unico modo possibile, secondo me, per dare un’idea della sua musica: delle sensazioni che evoca e che provoca. C’è da dire che secondo me i cantautori, quelli davvero bravi, sono i nuovi poeti; quelli che studieranno i nostri nipoti. A mio modesto parere i maggiori sono Fabrizio De André, Roberto Vecchioni, Paolo Conte e per certi versi Franco Battiato e Vinicio Capossela. Credo che anche il professor Vecchioni la pensi più o meno così, da una dichiarazione che gli ho sentito fare.

Paolo Conte lo raffigurerei con uno sfondo grigio, fatto di righe a matita, anche disordinate; come cornice abbozzerei il telaio di un parabrezza visto dall’interno di un’auto. In mezzo alle righe scure che rappresentano un tempo nuvoloso con qualche gocciolina di pioggia lascerei il foglio bianco, senza alcun segno di matita, per pochi centimetri. E soltanto aggiungerei qualche colpo di matita gialla, in quel bianco… per rappresentare il sole, in Piemonte. “Il sole è un lampo giallo al parabrise”.

Da “Genova per noi” di Paolo Conte. Immenso, unico.

Gaetano Rizza

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