La cassa disintegrazione

corda

Pare che i partiti, vista la scomoda presenza del M5S in  parlamento, siano costretti a prendere delle decisioni alle quali mai avrebbero pensato in precedenza, anzi! Però ho iniziato dicendo “pare che”, infatti.

Dopo l’annuncio su Twitter dell’asfaltato ex presidente del consiglio Enrico Letta (soprannominato “staisereno”) che aveva eliminato il rimborso elettorale ai partiti (che poi naturalmente si è rivelato una bufala), sono passati molti mesi dall’approvazione della legge, contestata dal M5S. Nel frattempo i partiti hanno pensato ad aggiustarsela ancora un po’. Vedi per esempio l’aggiunta di un piccolo particolare: estendere la cassa integrazione ai dipendenti dei partiti coi loro mega apparati. Ebbene si sa che la cassa integrazione la paghiamo noi, anche coloro di noi che non riescono a far fronte neppure alle proprie spese personali e s’impiccano, ma questa cassa integrazione specifica, per i dipendenti dei mega apparati dei partiti, indovinate un po’ da dove se la tirano fuori? Avete indovinato: dalla “eliminazione” dei rimborsi pubblici. Ovvero una parte degli ex (ex per modo di dire) rimborsi ai partiti sarà destinata alla cassa integrazione dei loro dipendenti. E noi? E noi sempre col sedere al vento, soprattutto quelli di noi che si sono sempre barcamenati lavorando per piccole ditte che della cassa integrazione non hanno mai sentito neppure l’odore, perché non facenti parte e non meritevoli di simili tutele. Un altro mondo, ai quali molti lavoratori non hanno mai avuto accesso e non si sono neppure mai sognato.

Un’altra cosa però molti lavoratori non si erano mai sognati, quando avevano iniziato a lavorare da ragazzini negli anni sessanta, che qualcuno per loro avesse escogitato il contrario della cassa integrazione: LA CASSA DISINTEGRAZIONE, l’esodo con un calcio in culo, senza pensione, senza stipendio e senza neppure gli spiccioli per comprarsi una corda per potersi impiccare.

Vero signora Fornero? E si asciughi quelle sporche lacrime naziste.

IL CRONISTA

/ 5
Grazie per aver votato!

4 Risposte a “La cassa disintegrazione”

  1. Hai ragione su tutto, quello che dici e quello che non dici ma fai intendere.
    Su una cosa, però, mi sembra che nè tu, nè la rete in generale, abbiate messo gli accenti giusti. Se n’è parlato, è vero, ma non a sufficienza.
    Mi riferisco al regalo fatto alle banche a seguito della rivalutazione Bankitalia. Sono anni che si riempiono la bocca promettendo un risparmio di un miliardo abolendo senato, provincie, enti inutili e palle varie… e poi nel giro di mezz’ora, alla chetichella, regalano 450 milioni alle banche!!! Ma siamo alla follia, bisogna mandarli tutti in galera. Subito!

  2. Mi correggo: non regalano 450 milioni alle banche.
    Regalano una redditività garantita ed eterna di 450 milioni alle banche. E quello che fa incazzare è che a pagare le tasse per rimborsare i maledetti 450 milioni/anno saranno i poveri. Come al solito.
    (ma saranno delle merde i compagni del pd?)

  3. Gert, è vero, io non ne ho parlato o ne ho parlato solo di striscio. Prima perché volevo capire come stavano esattamente le cose, poi perché in effetti, tra video e articoli sul caso, la cosa non è passata assolutamente inosservata in rete. Ma la gente giusta, con un mio post o meno, capisce come stanno esattamente le cose. E i lettori di Repubblica, L’Unità, Il Giorrnale e il Foglio sono molti di più di quelli che leggono i blog indipendenti come questo e, cosa importante, su quelle testate giornalistiche o televisive scrivono fior di nomi assoldati dal regime coi ns soldi, e non certo degli sfigati che si fanno chiamare IL CRONISTA. In compenso c’è il Fatto Quotidiano che lavora anche per noi e ha serietà, competenza e ormai anche credibilità tali, che chi non è un piddino o pidiellino terminale può anche capire bene come stanno le cose realmente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.