Statue capitoline, Renzi è megl e Totò

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Prendo in prestito lo slogan coniato dai napoletani: “Maradona è megl e Pelè” per trasformarlo in “Renzi è megl e Totò”, con tutto il rispetto verso il grande e inimitabile comico napoletano, e vi spiego il perché sarei arrivato a questa conclusione. Perché neppure i più abili sceneggiatori dei film di Totò sarebbero mai riusciti a escogitare una trovata geniale come quella che hanno escogitato Matteo Renzi, presidente del consiglio, e Dario Franceschini, ministro dei beni culturali, per fare ridere il mondo. Infatti la loro magnifica idea per sputtanarci ancora un po’ di più a livello mondiale e farci prendere in giro da tutto il mondo (oltre alle già mitiche trovate messe in atto da Berlusconi: dai cucùsettè alle corna nelle fotografie, al bungabunga e altre amenità di questo genere) è stata quella che per non offendere gli occhi del presidente dell’Iran in visita in Italia si è pensato di coprire le “vergognose nudità” delle meravigliose statue di marmo capitoline, simboli di una cultura occidentale non seconda a nessuno, con dei pannelli in compensato. Questo evidentemente per la paura che il presidente iraniano vedendo un pisello o una tetta di marmo millenario potesse mandare all’aria l’accordo di forniture miliardarie da parte dell’Italia all’Iran.
I due responsabili: Totò e Peppino, pardon, Matteo Renzi e Dario Franceschini, accortisi della ilarità procurata in tutto il mondo hanno subito negato di aver saputo di questa iniziativa, presa, evidentemente, spiegano, dagli addetti al cerimoniale. Infatti, come è risaputo in Italia i fatti e i misfatti avvengono ad insaputa dei responsabili che percepiscono stipendi principeschi per essere, appunto, responsabili. In Italia, fatti e misfatti sono causati esclusivamente da chi percepisce stipendi o pensioni da mille euro al mese, o giù di lì.
Lasciatemelo dire: “Renzi, in quanto a figure barbine, è megl e Berlusconi, ma addirittura in quanto a comicità è megl e Totò”.

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