Lettera (di fantasia) aperta agli amici, esclusi i presenti

Carissimi amici,

Quando pochi anni fa vi ho ricontattati tutti – su suggerimento di uno di noi che con benevolenza e nostalgia dei bei vecchi tempi l’aveva voluto probabilmente immaginando che avessi ancora qualche contatto con voi, come in effetti era – non l’ho fatto per mettermi al centro della vostra attenzione o per darmi delle arie durante i nostri bei pranzi, per le modeste cosine da me fatte nei cinquant’anni in cui ci eravamo persi. Perché tutti noi nel frattempo abbiamo fatto delle cosine più o meno belle e più o meno importanti. Altresì, immagino che a molti di noi nel corso della vita siano accadute cose spiacevoli. Qualcuno di voi sa, nel bene e nel male, alcune cose belle e alcune cose brutte della mia vita; le ho anche scritte in un libro che è stato letto solo dagli amici più stretti e dai parenti più lontani.

Vi dico questo perché invece qualcuno crede che io vi abbia ricontattato per mettermi al centro dell’attenzione, e non è vero. Chi mi conosce sa, per esempio, che da quando abito nel quartiere attuale (quasi vent’anni), in pratica mi conosce solo il meccanico del quartiere e la trattoria della zona, la quale purtroppo ha cambiato gestione da anni e non frequento più. Conduco una vita molto ritirata, ho cessato i rapporti con tutti i miei parenti più stretti da decine di anni. L’unico rapporto che mantengo è quello con mia mogle e suoi parenti, e – ma nemmeno tantissimo – con pochissimi amici cari.

Probabilmente vi fate fuorviare dai miei profili sui Social, sui quali – ebbene sì – sono presente da anni e anni… con i miei hobby: le mie canzoni, i miei giretti in moto, i miei libri… Qualcuno vuole togliermi anche questi? Nei Social a volte sono serio, a volte scherzo, a volte dico cose antipatiche ai più… Ma sono io, con tutti i miei difetti e, forse uno o due pregi.

Magari vi chiederete perché do queste spiegazioni… Semplice! Perché qualcuno mi fa le pulci sul linguaggio che uso, sulle cose che racconto, sugli atteggiamenti che ho (che sono naturalissimi e spontanei)… Per esempio…

Quando in vostra compagnia parlo del nostro comune passato, siccome questo è composto da due parti: il passato remoto e il passato prossimo, mi può capitare di dire: “La mia fidanzata di allora, che poi è stata la mia prima moglie…” non comprendo il motivo per cui mi si chieda (sempe la stessa persona, per la verità) come se fossi il Pierino di turno da canzonare: “Perché dici: la mia prima moglie? Perché… quante mogli hai avuto?” come se volessi vantarmi di avere avuto più mogli… come i divi… non so… Tom Cruise, Brad Pitt… No! Ho solo semplicemente avuto prima una moglie, poi un’altra (che fortunatamente ho tutt’ora) e, lo sapete, a volte non sono esperienze felici… Solo uno che si pensa sia stupido può pensare di fare il Brad Pitt della situazione. Ciò significa che mi vuoi fare passare per stupido. Lo sapete tutti, cari amici, che ho avuto una moglie precedente e una figlia di quarantacinque anni che non vedo ormai da circa trent’anni. Lo dovrebbe sapere anche chi certamente ha letto il mio primo libro, per dire… E se causa età te lo fossi dimenticato o proprio non ti passava neanche per la mente… con il garbo, con il riguardo che ci si deve da vecchi amici che si sono cercati o che ti hanno cercato dopo cinquant’anni… ci arrivi… Altrimenti hai qualche piccolo problema nello stare al mondo.

… E se mi racconti come un povero cretino, quando, a ogni pranzo che facciamo insieme dici che venti/venticinque anni fa ti ho chiesto il favore di votarmi alle comunali mentre tu eri convintamente della parte politica opposta e alla fine ho preso solo due voti: il tuo e il mio… dici una bella balla. Prima di tutto almeno devi conteggiare anche mia moglie (battutina), e se io ti dico che non ti ho chiesto nessun voto perché non l’ho chiesto a nessun amico, a meno che questo non mi abbia visto sui volantini elettorali del partito, in qualche tv locale, nelle liste elettorali, come è successo almeno a un nostro amico comune (mio carissimo amico da sempre) che mi ha votato… non mi puoi rispondere che non è vero che questo mi ha votato perché non abitava nella nostra stessa circoscrizione… Perché mi aveva votato per il comune! Perché darmi del contaballe, caro amico? Io ho saputo del tuo voto solo anni dopo, quando me lo hai detto tu, quando dopo aver letto il mio libro mi hai scherzosamente rimproverato di non aver scritto che un mio amico mi aveva votato.

Ma perché non ci arrivi? Perché cerchi di farmi andare per traverso ogni pranzo? Forse non dovevo inserirti nel gruppo degli amici ritrovati? Qualcuno mi avrebbe chiesto di te? Alla nostra età ci si cerca e ci si trova certo con la confidenza di un tempo, ma col rispetto per l’età, appunto, col rispetto del carattere di ognuno… Anche il rispetto per la permalosità eventuale, per le scelte che ognuno ha fatto. Certo dire anche belinate, sfottersi… ma bonariamente e non malignamente…

Poi se una volta sbotto ricordando che “qualcuno” anche da ragazzino era un rompiballe che faceva l’antipatico per posa… mi si potrà comprendere. E se non mi comprende è lo stesso.

Questo vi dovevo, amici. E’ solo una lettera di fantasia che potrebbe servire per un eventuale mio prossimo libro, ovviamente sono esclusi i presenti.

A presto!

Gaetano Rizza

Libri:

Nato negli anni Cinquanta

Filamenti e Campi

Ed è parola esatta

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.